“The Future is Fluid” racconta la storia di una generazione che si batte per la libertà.
In collaborazione con Gucci e CHIME FOR CHANGE, il cortometraggio—mostrato in anteprima in occasione del Sundance Film Festival—è stato diretto da Jade Jackman e prodotto da Irregular Labs in collaborazione con The Irregular Report, un semestrale sulla generazione Z. Le voci del film rappresentano la tenacia, la curiosità, l'empatia, l’ottimismo e la speranza dei giovani, pronti a ridefinire il mondo e affermarsi come la prima generazione fluida. Il corto è stato diretto dalla regista ventiquattrenne inglese, che di seguito svela i dettagli del suo lavoro.
La grande potenza del film deriva dal fatto che dà voce a giovani di tutto il mondo. Come hai scelto i protagonisti e in che modo le differenti culture e i paesi di provenienza ne hanno accresciuto l’importanza?
Alcuni degli interpreti sono amici di amici, per altri ho preso spunto da articoli letti su internet che mi hanno ispirata, altri ancora per passaparola e grazie alla fantastica rete di Irregular Labs. È stato un vero privilegio collaborare con un’organizzazione che si batte per ciò in cui crede impiegando metodi di ricerca antropologici, inoltre questa esperienza mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti e crescere come regista. Il nostro obiettivo era documentare un cambiamento di mentalità a livello globale, un concetto difficile persino da spiegare. Se parli alle generazioni che precedono la Z di fluidità di genere, probabilmente ti accorgerai che assoceranno questo concetto alla comunità LGBT. Oltre a svelare questo cambiamento, e le difficoltà connesse, era importante mostrare come invece molti giovani d’oggi abbiano accolto a braccia aperte il concetto di fluidità di genere nelle loro vite. Un tempo la fluidità di genere raccontata nei film sarebbe stata classificata come fenomeno culturale e sottocultura. Tuttavia, l’emergere di questo modo di pensare non nasce dalla volontà di generare clamore; si tratta più che altro di un'esigenza espressiva che non poteva essere messa a tacere. È ormai palese che il cambiamento sia una costante della condizione umana.
Considerando il punto di vista di oggi della società in merito alla fluidità di genere, in quale categoria rientra il film?
A mio parere il film parla della fluidità di genere come dato di fatto. Numerosi documentari che ho visto su questo argomento si concentrano esclusivamente sui problemi legati alla tematica e mai sugli aspetti positivi. Come afferma Fabio in Italia [nel film], consente di liberarti dei pregiudizi e di mettere in discussione il modo in cui vedi il mondo. Molte persone pensano ancora che la fluidità di genere sia un fattore puramente estetico che identifica coloro che si vestono in maniera androgina. La forza del cortometraggio risiede proprio nel fatto che il tema viene affrontato a un livello molto più profondo. Il film va in contrasto con l’idea che la fluidità di genere indichi un atteggiamento o un fattore estetico, svelando, invece, che si tratta di una mentalità e di un modo con cui identificarsi. Dobbiamo smettere di pensare alla fluidità di genere come a un qualcosa di bizzarro. Tutti noi abbiamo molto da imparare da questo concetto.
Quali elementi era importante che emergessero dai personaggi scelti per il film?
Ciascuno dei 13 protagonisti aveva un messaggio da dare e ognuno di loro aveva un’età, un’esperienza e una provenienza diverse dagli altri. Essendo un documentario che coinvolge persone reali, non solo modelli, abbiamo inoltre dovuto tenere conto delle realtà politiche in atto durante le riprese, ad esempio le elezioni di Bolsonaro in Brasile. Quando dei giovani sono coinvolti nelle riprese, soprattutto dato il clima che si respira al momento in Brasile, non ci si può esimere dall’essere estremamente cauti. Un altro elemento importante che doveva emergere era far capire alla gente che, per avere una visione innovativa del concetto di genere e società, non occorre essere esperti in materia. Volevamo, da un lato, mostrare le difficoltà che alcuni giovani trans / non-binari sono costretti ad affrontare e, dall’altro, mostrare quanto possa essere bello vivere in una società che non conosce etichette o pregiudizi. Questo è il mondo in cui dovremmo sperare di vivere in un futuro prossimo.
Quale messaggio dovrebbero imparare le persone dopo aver conosciuto le storie dei protagonisti del film?
Che la fluidità di genere si contrappone alla paura. Se accetti il fatto che la vita sia fluida per natura, non avrai più paura dei cambiamenti o delle novità, ma sarai pronto ad abbracciarle.
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