Alessandro Michele torna a Los Angeles con Gucci Love Parade, una parata di "esseri incantati e profondamente liberi che attraversa una terra dove non c'è passato, né futuro"
Per Alessandro Michele la decisione di presentare la sua ultima collezione lungo Hollywood Boulevard è stata una questione di destino, il luogo perfetto per ricominciare. Gucci Love Parade è stata la prima sfilata dal vivo della Maison dal febbraio 2020 e Los Angeles ha rappresentato un ritorno in molti sensi. Ritorno al luogo che ha scelto come sfondo per la sua prima campagna in veste di Direttore Creativo; ritorno emozionale al pantheon che sua madre aveva descritto come la fabbrica dei sogni.
"Quando ho cominciato a riflettere su come avrei voluto celebrare questo nuovo capitolo della mia avventura lavorativa, ho pensato a mamma e al suo lascito prezioso. Ho pensato al culto della bellezza di cui mi ha nutrito. Al dono irrinunciabile del sogno. All'aura mitopoietica del cinema. E ho scelto Hollywood Boulevard", ha scritto nelle sue note sulla collezione.
Lo spirito di auto-affermazione – quella peculiarità da cui è nato l'universo di Alessandro Michele – è stato il leitmotiv della collezione; un riflesso di Los Angeles e dell'idea che l'eleganza non prevede regole. Pizzo, paillettes e pieghe abbinati a tacchi vertiginosi con plateau e sex toy; giacche sartoriali impreziosite con fiori finti e indossate con leggings; cappelli da cowboy e stampe tropicali alternati a elaborati copricapo ispirati a Cleopatra in "una parata di esseri incantati e profondamente liberi che attraversa una terra dove non c'è passato, né futuro".
Lungo l'iconica Walk of Fame, in una meta mise-en-scène, abiti ispirati al passato svolazzano sulla lunga serie di stelle del passato, sia letterali che figurative. "Hollywood è, in fondo, un tempio greco abitato da divinità pagane. Qui, attori e attrici sono celebrati come eroi del mito: creature ibride capaci di accogliere allo stesso tempo la trascendenza divina e l'esistenza mortale, l'immaginario e il reale. Sono loro gli idoli di una nuova cosmogonia contemporanea, i protagonisti di una forma di persistenza del sacro. Ancora oggi Afrodite, Teseo, Pandora e Medusa abitano nell'Olimpo di Hollywood. Irraggiungibili eppure così umani.
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