Per il book della collezione Pre-Fall 2018, intitolato “Disturbia” e scattato sui set principali dei film del regista Dario Argento, il fotografo Peter Schlesinger si ispira al lato più oscuro del cinema italiano. Lo scrittore Joshua Lyon, ideatore del profilo Instagram @dying4it, ne esplora i misteri e discute con Peter del rapporto tra bellezza e horror.
È impossibile non riconoscere l’influenza che il regista Dario Argento ha avuto sul mondo dell’horror. Il suo nome è sinonimo di thriller (il genere cinematografico ben rappresentato da un rasoio a serramanico impugnato da un guanto di pelle nera) e il suo film d’esordio del 1970, “L'uccello dalle piume di cristallo”, gli assicura un posto d’onore nella categoria. I film successivi, “Profondo Rosso”, “Suspiria”, “Inferno” e “Tenebre”, rivelano un Maestro del cinema con un’attenzione quasi forense per il dettaglio: la musica, la scenografia e i costumi vengono sviluppati con meticolosità, e la precisione nella costruzione del suo mondo si contrappone meravigliosamente al caos violento che ne deriva.
Per realizzare il book “Disturbia” (che comprende alcune pagine del copione originale del film “Inferno” complete di appunti manoscritti), il fotografo Peter Schlesinger ha immortalato il cast, negli abiti della collezione Pre-Fall 2018 di Alessandro Michele, in alcuni dei set preferiti dal regista italiano, nel quartiere Coppedè di Roma. Alcuni scatti ricalcano le scene dei film del Maestro, come quello del tassista che spia il passeggero dal retrovisore, una scena decisamente sinistra che si ritrova sia in “Suspiria” che in “Inferno”.
Ma non tutti i riferimenti sono così letterali. In “Inferno” il serpente (creatura presente in molte stampe Gucci) attira una donna in una sala da ballo subacquea piena di pericoli. In “Disturbia”, invece, l’unico serpente presente è scolpito nella pietra posta dietro la modella il cui sguardo attento non si discosta mai da quello dell’animale. Non si lascerà ingannare dai suoi trucchi, è troppo abile, è un’eroina.
Infatti, nonostante l’atmosfera minacciosa del book “Disturbia”, nessuno sembra essere realmente in pericolo. I copricapi e le giacche foderate in pile alludono all’epoca dei drammatici personaggi di Argento, ma i dettagli giocosi, come la felpa con stelle multicolore e i cappellini nati dalla collaborazione di Gucci con la Major League Baseball, sono rivolti a una generazione nuova e audace che si rifiuta di essere vittimizzata.
Eri un appassionato di thriller prima di lavorare a questo progetto?
Sono più attirato dai film noir di Hollywood, molto oscuri, che dall’horror. Ovviamente si tratta di film in bianco e nero, mentre quelli di Argento sono pieni di colore. La mia fotografia da sempre è a colori, per cui è stato molto stimolante esplorare l’opera di Argento. I suoi film possono essere cruenti ma risultano così stilizzati da apparire più come una rivisitazione moderna di miti antichi, che possono essere anch’essi molto macabri.
Perché secondo te horror e bellezza spesso coesistono così bene insieme?
Credo sia legato alla narrativa e all’esplorazione del modo in cui affrontiamo la mortalità, la perdita e il desiderio. Talvolta, mescolare horror e bellezza può svelare il subconscio.
Qual è il tuo film preferito di Argento e perché?
Direi “Suspiria” con Joan Bennett, che adoro. È in grado di apportare al film un tocco di noir hollywoodiano. L'interpretazione di Alida Valli mi piace molto, e il film presenta tutti i marchi di fabbrica di Argento.
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