Gucci lancia un nuovo account Instagram,
@guccibeauty, per raccontare la propria visione del mondo della bellezza attraverso la storia dell’arte, esplorando diversi stili, origini e culture da ogni parte del mondo.
Le opere d’arte provengono da musei, gallerie e collezioni private, tra cui gli Uffizi di Firenze, il Metropolitan Museum of Art di New York e il Musée des Beaux-Arts di Reims. Hanno dato il loro contributo artistico anche i Gucci Places, incluso il Los Angeles County Museum of Art (LACMA), che è recentemente apparso nella campagna #TimetoParr, e la Chatsworth House, dove Gucci promuove diverse mostre.
@guccibeauty presenta una visione della bellezza che spazia dai vividi ritratti egiziani di stampo realistico realizzati oltre 2000 anni fa alle note xilografie giapponesi incentrate sul tema della femminilità, fino ai pittori afro-americani contemporanei che ridefiniscono i canoni della storia dell'arte. Per il lancio dell’account Instagram, un gruppo di scrittori d’arte racconta le storie che si celano dietro alle opere selezionate.
Attraverso l'arte, l’umanità documenta la propria esistenza. Grazie a questa serie di opere, possiamo capire come gli artisti vedano non solo i loro soggetti, ma anche le relative società e civilizzazioni. Ogni dipinto immortala un particolare momento tra due o più persone. A volte è una scena reale, quando i soggetti si trovano nello stesso atelier, altre invece si tratta di un incontro immaginario, come nel caso di temi storici o religiosi. Ne è un esempio l’immagine dell’imperatrice musulmana Nur Jahan, dalla collezione del LACMA, che è raffigurata con uno scintillio di gioielli rossi e verdi e uno sguardo calmo rivolto verso il futuro.
La bellezza incarna l’ideale estetico di ogni epoca e luogo, uno stile che l’artista ha sentito il dovere di preservare. A volte questo ideale si traduce nelle attaccature e nei colletti alti dell'Inghilterra elisabettiana; in altri casi si evince dalla semplice blusa di una nativa messicana ritratta nel 1876 dal pittore Felipe Santiago Gutierrez, uno dei primi artisti internazionali del paese.
Ogni ritratto esprime lo sguardo tra l’artista e il suo soggetto. Lo sguardo maschile può rivelarsi un modo per consumare o controllare la donna, che viene presentata attraverso aspettative irraggiungibili dettate dalla società. Una donna deve costantemente guardarsi”, scrive John Berger in Questione di sguardi. “Fin dalla più giovane età le è stato insegnato ed è stata persuasa a controllare continuamente sé stessa.” Gli autoritratti delle artiste, invece, sono particolarmente forti e mostrano come queste donne si vedano a giusto titolo come delle potenti creatrici.
Il concetto di bellezza evolve in funzione del tempo e della cultura. Il colonialismo e la globalizzazione hanno portato a incontri politici tra diversi standard di bellezza, poiché le persone si influenzano a vicenda. Una litografia di un artista francese ritrae Njinga Mbande, regina angolana del XVII secolo, secondo il linguaggio visivo dell’aristocrazia inglese, sebbene i suoi abiti siano africani. Da un lato, si tratta di un’immagine che rappresenta un soggetto esotico, dall’altro si tratta di uno dei primi artefatti di influenza africana sullo stile occidentale: Mbande è bella e sicura di sé.
La rappresentazione della bellezza continua ad evolvere man mano che si fa luce sulla storia dell'arte. Questa collezione dimostra che non è possibile dare una definizione rigorosa della bellezza, ma che questa incarni ed esprima il modo che l’umanità ha di guardare e di essere guardati.
Le didascalie di questa serie di ritratti su
@guccibeauty sono opera di un gruppo di scrittori d’arte, critici, giornalisti e artisti, con formazione e origini differenti. Il gruppo include Tatiana Berg, Britt Julious, Larissa Pham e Antwaun Sargent, con revisioni a cura di Kyle Chayka.
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